RitmoInLevare intervista Michela Grena per l’uscita del suo primo album con la band “Wicked Dub Division”.
Dopo i grandi successi ottenuti con la band “B.R.Stylers” dal 1998 al 2011, ora a pochi giorni dall’uscita del suo primo album con i Wicked Dub Division ci presenta il suo nuovo e interessante lavoro dal titolo “DUB DROPS”.
1) Ciao Michela, ti do il benvenuto sul portale RitmoInLevare. Come prima domanda ti chiedo di parlarci brevemente di questo nuovo progetto con la band WDD!
L’incontro con i WDD è nato per caso direi, nel senso che non era premeditato, la miccia iniziale è stato l’incontro casuale con il mio storico batterista Gp Ennas (con me nell’esperienza B.R.Stylers), un caffè dopo un pò di anni in cui ognuno di noi era impegnato a fare altro, e immediatamente la volontà di ritrovarsi insieme in sala prove, così senza impegno, per farci una suonata… ecco da quel momento abbiamo capito che sarebbe stato bello mettere insieme gli intenti, e così è stato! Ho sempre seguito l’attività dei WDD, prima del mio arrivo più strumentale, e mi è sempre piaciuto il loro approccio live nei confronti di una musica che nelle produzione è assolutamente digitale, soprattutto proprio per quanto riguarda basso e batteria.. Il loro approccio minimale e muscolare, unito alla mia visione della musica più melodica e legata alla canzone ha creato tutto il resto… miei provini sono diventati canzoni e delle loro tunes strumentali hanno preso forme su miei nuovi testi!
Da un primo approccio live dedicato alla rivisitazione di brani della tradizione roots reggae, siamo passati alla stesura di produzione nostre, e alla successiva preparazione di Dub Drops!
2) Il titolo del disco da dove nasce?
Ma il titolo nasce sicuramente dal titolo della nostra prima vera produzione insieme che è stata la canzone “ Autumn Drops” alla quale siamo molto affezionati, proprio perché da lì è partito un pò tutto! Poi ci piaceva l’idea delle gocce, trovo che l’espressione della goccia, quella che cade dall’alto verso la terra abbia delle similitudini con il dub, un parallelo tra la goccia che cade e crea delle conseguenze diffondendosi nel terreno.. così come le dub version fanno nei confronti delle canzoni, apri una mandata e non sai mai cosa succederà veramente, l’imprevedibilità delle “gocce di dub” è fra le cose che più amo di questa musica, perché permette di rinnovarsi ogni volta che la fai, e per dare vita ancora di più a questo approccio abbiamo deciso di portarlo anche dal vivo, mantenendo una prima parte di canzone in struttura ed una seconda parte in dub, in cui niente più è stabilito, e quello che accade è diverso e nuovo ogni concerto! Un approccio un pò “jazz” se vuoi, intendo nell’attitudine allo scambio e all’improvvisazione!
3) Parlaci delle dieci tracce che compongono l’album.
“Dub Drops” è per noi una fotografia, il riassunto di questo anno insieme tra studio e palchi. Il disco è nato velocemente, senza farci troppe domande e vivere di troppe attese, lo abbiamo scritto d’istinto unendo le forze e le idee. E così molti miei provini piano e voce sono diventati canzoni, così come alcune tunes strumentali dei WDD hanno preso forma con un nuovo cantato… Le dieci tracce all’interno si compongono di cinque inediti, due rivisitazioni in omaggio a “The King” Lee Perry e ai The Silvertones, e tre version.. Per quanto riguarda i testi, ho cercato di dare una visuale sul mondo così come ci appare in questo tormentato XXI secolo… dove non è per niente facile parlare di guerra e quindi ovviamente di pace, si rischia di sembrare sciocchi sognatori, illusi e buonisti. Credo sia importante provare ad andare alla ricerca di storie, così come permette l’informazione libera della rete, storie intorno alle guerre globali, e ce ne sono tante di storie sulle guerre, quelle vere con le bombe e quelle sotterranee che distruggono il concetto di essere umano. Uno sguardo a chi vive dalla parte oscura del mondo e un sentimento di gratitudine per ciò che la vita regala comunque, nei suoi colori, nella forza del futuro che ancora può cambiare.
4) Cosa ne pensi della scena reggae italiana attuale visto la tua esperienza, non credi che molti artisti si stanno commercializzando con stili che di reggae c’è ben poco?
Credo che le contaminazioni siano inevitabili, soprattutto nel proporre una musica che ha ormai più di 50 anni ed i cui padri hanno già fatto la storia e creato sound e canzoni talmente belle da essere inarrivabili… Resta che sono d’accordo con te sul fatto che bisogna comunque mantenere una certa coerenza e rispetto delle regole di un genere come il reggae che ritengo anche io più di ogni altro debba mantenere la sua essenza, anche esprimendosi in diverse sfaccettature, roots, dub, new roots, ma sempre reggae, mantenendo il rispetto per la tradizione, perchè la modernità, anche facendo musica nel 2015, parte da lì, dalla tradizione, e dall’ascolto di ciò che hanno scritto i padri di ogni musica.. Credo che in generale, il mix di una band, dipenda tanto dagli ascolti che uno fa nella sua vita, e dal mix che poi ne esce quando più persone si incontrano ognuna con la propria storia musicale.. Come è successo a noi, che comunque ci riteniamo contaminati, proprio perché ognuno di noi arriva da esperienze diverse… c’è un fatto fondamentale però che ci riteniamo, almeno nell’attitudine dei dubbisti convinti! Di quelli che fanno l’alba sotto cassa da anni, sia da musicisti che da ascoltatori e danzatori della yard! E speriamo che arrivi questo nella nostra musica.. per lo meno un tentativo di coerenza con il genere, un grande rispetto e un immenso amore!
5) Cosa dobbiamo aspettarci in futuro da questa tua nuova esperienza?
Il futuro imminente per noi è sul palco, è iniziato da poco il tour di presentazione di Dub Drops e siamo contentissimi! Attendiamo carichi l’appuntamento del 20 Agosto al Rototom Sunsplash, Palco Show Case!
6) Lascia un messaggio ai tuoi numerosi fans di RitmoInLevare !!!
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Intervista servizio stampa RitmoInLevare by: Sevejah
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