ARPIONI
Da oggi disponibile in digitale e in streaming
“BERGAMO ROMA ANDATA E RITORNO”
IL 45 GIRI DELLA SKA BAND ITALIANA CON LA STORICA HIT
“UNA STORIA DISONESTA” DI STEFANO ROSSO
GIA DISPONIBILE IN VINILE COME RICOMPENSA DEL CROWDFUNDING
PER SOSTENERE LA BAND
Milano, 16 novembre 2021 – Da oggi in digital dowload e in streaming “Bergamo Roma andata e ritorno” (Maite / Believe), il 45 giri degli Arpioni, nota Ska italiana, con la storica hit “Una storia disonesta” di Stefano Rosso. Il lavoro, già disponibile in vinile come ricompensa del crowdfunding per sostenere la band e la produzione del nuovo disco, ripercorre il periodo romano della formazione e l’amore per la città Natale Bergamo.
Il periodo romano, con cui si apre questo 45 giri, è uno dei periodi più amati dalla band. Roma e i romani hanno svolto un ruolo chiave nella formazione e nella realizzazione di parte della carriera artistica degli Arpioni Ska Band. Proprio negli anni in cui la Lega li avrebbe voluti lontani da Roma gli Arpioni, bergamaschi meticci e curiosi, scendevano al Forte Prenestino, con alle spalle la produzione di un demo, la cui copertina li vede proprio ritratti su un prato di fronte al medesimo. Quando autoprodussero Papalagi, nel 1995, fu proprio una label romana che ce lo distribuì, la Banda Bonnot, e furono romani i conduttori di Planet rock su Radio Rai2, che proposero brani del loro disco, per la prima volta su una radio nazionale. Fu al Forte Prenestino che incontrarono Gridalo Forte Records, che avrebbe prodotto i loro lavori fino al 2000, incontro che avrebbe poi sancito l’amicizia che dura ancora oggi, con loro, con la Banda Bassotti e pure con i Radici nel Cemento. Tutta gente romana. Quando fu il momento di registrare Buona Mista Social Ska, scesero di nuovo a Roma, nello studio che fu di Piero Umiliani, per registrarne le basi in presa diretta.
Quando cominciò l’avventura con Tonino Carotone ci furono prima ancora Gridalo Forte e poi l’agenzia Garrincha a fargli da manager. Tutta roba romana. Così come, alle prese con Malacabeza, fu Valerio Mastandrea a cantare con loro Er Tranquillante nostro, del romanissimo (e chi più di lui) Gigi Proietti. E proprio per Malacabeza venne alla band l’idea di proporre una versione de Una Storia Disonesta, di Stefano Rosso, inno antiproibizionista carico di ironia, forse il primo e più conosciuto, nel nostro paese.
“Che bello, due amici una chitarra e uno spinello. Uno dei primi inni ingenuamente antiproibizionisti di quella ormai lontana e burrascosa Italia del 1977.” Raccontano gli Arpioni. “Un motivo che canticchiavamo nel 2005, quando ci venne l’idea di farne una nostra versione. Ci mettemmo sulle tracce dell’autore, Stefano Rosso, di cui non sapevamo nulla più. Grazie ai preziosi amici lo rintracciammo e ci raggiunse per supervisionare la versione e cantarla insieme a noi. Quando Tonino (Carotone) sentì la versione, la volle cantare anche lui e con il consenso di Stefano venne quindi incisa la versione che trovate in Malacabeza (album del 2005).”
“Fu così che conoscemmo Stefano. Persona rara. Dolce e testardo. Coerente e irremovibile romano come non ce ne erano quasi più. Trasteverino con un cuore troppo grande per un mondo difficile che stritola soprattutto i più buoni. Di lui ci restano ricordi brevi ma intensi e una frequentazione, anche epistolare, che continuò fino ai giorni della sua malattia, che troppo presto se lo portò via. Di lui ci restano lezioni di vita, lo diciamo senza retorica alcuna. Di lui ci restava, chiusa in un cassetto, questa versione a due voci de Una Storia Disonesta, che allora proponemmo anche con la voce di Tonino Carotone, e che ora invece, dopo 15 anni, vi regaliamo, sperando che questa sia cosa gradita”.
Così raccontano Kino e Franco Skarpe rispettivamente autore e voce del gruppo (Stefano Ferri aka Kino) e co-autore e chitarrista (Franco Scarpellini aka Franco Skarpe).
Così, nel SIDE A troverete una versione inedita di “Una Storia Disonesta” di Stefano Rosso. “Un omaggio ad un grande uomo, una persona speciale, dolce e gentile, perfino ritrosa. L’ultimo romano di Trastevere, qualcuno disse. Una persona che sapeva raccontare e un vero compagno dall’anima popolare. Questo per noi è Stefano Rosso”. Il periodo romano si conclude con questa collaborazione e si passa al secondo omaggio di questo 45 giri speciale. Speciale come l’amore che la band prova per le due città omaggiate in questo lavoro, Roma e Bergamo.
Nel SIDE B, infatti, viene inserito un omaggio alla terra bergamasca, un altro inedito. Un brano registrato nel 2008, rimasto inedito a causa dello stop all’attività del gruppo. Un divertimento in dialetto orobico. JUST FOR FUN. Si tratta di “Orobic Ska”, “dove riecheggia un tema ben noto agli amanti del genere e che, lo sappiamo, vi farà ballare, da soli, in coppia o speriamo presto in affollate dance hall. Questo progetto è solo una delle cose che stiamo facendo e che ci vede affrontare questo periodo difficile guardando avanti, con la grinta di sempre e che speriamo gradirete in tanti. ENJOY YOURSELVES!”. Così concludono Kino e Franco degli Arpioni.
La formazione degli Arpioni che ha realizzato questi due inediti è la seguente: Stefano Kino Ferri voce; Franco Scarpellini chitarra; Pier Muccio trombone; Guglielmo Facchinetti sax; Antonello Gini basso; Alessio Canino tromba; Dario Milan batteria; Giacomo Vicentini tastiere.
“Una Storia Disonesta” di Stefano Rosso è stata registrata c/o casa Arpioni a Petosino (BG) e prodotta da Alberto Skizzo Bonardi nel 2005. “Orobic Ska” di Arpioni è stata registrata c/o Caveaux studio ad Azzano San Paolo (BG) e prodotta da Paolo Filippi nel 2008. Per entrambe le canzoni: remastering di Francesco Matano – Musicaperilcervello, Caravaggio (BG).
TRACKLIST
DIGITAL STORE: (Spotify) /// (Crowdfunding)
BIOGRAFIA
Da subito molto attivi nei live, bisogna aspettare il 1995 perché il loro primo lavoro “Papalagi” mixato negli studi di Suono Vivo da Dario Ravelli, veda la luce. Di quegli anni restano demotape con brani inediti e cantati dal primo cantante Ugo Crescini. Una formazione nata quasi per caso, come accadeva spesso allora, cresciuta e maturata calcando palchi e facendo strada, fra furgoni e accomodation di fortuna, lontano dai palchi mainstream. Club, centri sociali, feste paesane e manifestazioni politiche, negli anni in cui la scena ska stava riprendendo spazio anche a livello internazionale. Nacque così la collaborazione con Gridalo Forte Records, una label animata da Banda Bassoti, storica combat band romana e che fu uno dei piccoli miracoli della discografia indipendente di quegli anni. Il tempo passava e la band cresceva e anche la formazione cambiava, pur se rimanendo imperniata sulle figure di Stefano Kino Ferri e Franco Skarpe Scarpellini, che col tempo divennero i maggiori autori dei brani originali e di fatto i producer dei vari concept. Nel 1998 pubblicano “In mezzo ai guai”. Nel disco convivono brani di sapore battagliero con brani festaioli, degni delle migliori sbicchierate fra amici, così come brani dai contenuti più riflessivi e a volte pure intimisti. Questa sarà una delle cifre stilistiche che caratterizzeranno sempre la band in tutta la sua produzione. Il 1999 è la volta di “Un mondo in levare”, un lavoro armonico e con un filo preciso, assolutamente delizioso dal primo all’ultimo brano. Con brani suonati sempre in presa diretta e spesso: buona la prima! “Nuvoloni”, “Supera i confini” ma anche quella “Monkey man in Mexico” che segnerà l’inizio della proficua collaborazione con Tonino Carotone, il musicista di Pamplona conosciuto proprio in quei giorni. Gli incontri sono tanti. Si sale sul palco in festival con nomi come Desmond Dekker, o come gli Skatalites e Lurel Aitken. Ma anche band come Malarians, Skalariak, Radici Nel Cemento e tante altre ancora. Ed è proprio chiacchierando con Laurel che nasce l’idea di un tour autoprodotto con i nostri a fare da backing band, tour che prenderà forma nel 1999. Tutte esperienze che fanno crescere sia la maturità, che la introiezione della cultura della musica in levare vecchia e nuova, da parte dei membri della band. Nel 2001 pubblicano “Buona Mista Social Ska”. La band si trasferisce a Roma, negli studi che furono di Piero Umiliani e registra nove tracce, sempre in presa diretta e con una intenzione stilistica molto definita e brillante. Piccole perle che ancora oggi sono nelle playlist di molti appassionati. Brani impreziositi dalle numerose collaborazioni. Quella con Tonino Carotone in “Guarda che luna”, con Pilar Piluka Arranguren in “Parole Parole”, con Begona Bang Matu in “Figlio unico” e con Cristiana Dupe Olojo Kosoko in “Canzone” . Voci , mixaggio e master saranno realizzati ancora nel paese basco con Kaki. Nel frattempo l’estate del 2000 vede pure il lavoro come backing band di Tonino nella tournee del suo fortunato album di esordio, e saranno decine i concerti di quella stagione, davvero fortunata. Dopo una pausa di riflessione di quasi una stagione, con pochi live e qualche rimaneggiamento della formazione bisogna arrivare al 2004 per cominciare a vedere nascere il concept di quello che sarà il loro ultimo lavoro, almeno fino ad ora. “Malacabeza” vede la luce nel 2005. Ancora Tonino e Piluka, ma poi Roy Paci, Valerio Mastandrea, e molti altri ancora, a impreziosire brani che sono ormai dei classici per gli amanti del genere e non solo. E poi la collaborazione con una persona speciale e unica, il cantautore romano Stefano Rosso, del quale (e col quale) la band interpreterà una versione de “Una storia disonesta”, eclettico inno antiproibizionista d’anté. Sono anni pieni di impegni e soddisfazione, sia per la buona riuscita del disco, con la conseguente esecuzione radiofonica di molti brani anche su network nazionali, che per gli impegni live che si moltiplicano e che vedono il moltiplicarsi di date in tutta Europa. Così che nel 2008 sopravviene un momento di stanchezza e la band sospende le attività. Passano ben otto anni prima che Kino e Franco, che nel frattempo si erano dedicati a piccoli progetti differenti, si ritrovino e decidano di ripartire, prima con un concerto una tantum e poi, visto il successo e le richieste ricevute, con una serie di date che dovevano essere limitate e che invece si decide di non fermarsi e di continuare, visto il successo e le nuove. Così nel 2018 dopo una trentina di concerti la band pubblica una ska cover del celeberrimo “Should I stay or should I go” dei Clash. Il brano fa parte di “A tribute to punk cd 1”, una compilation tedesca dell’etichetta Lucha Amada, e viene registrato con la produzione di Walter Bonnot Buonanno, eclettico producer e membro attivo di Assalti Frontali che fu anche bassista nella band. Nel frattempo nasce l’idea assieme alla regista Alicia Vibes di un video che in qualche modo si contrapponga alle disposizioni sull’immigrazione inasprite ulteriormente dall’allora ministro dell’interno e il tema del potere restare o andare sembra essere il sillogismo ideale. Così la band collega il brano a un video totalmente autoprodotto. Continuano intanto i concerti, ma la voglia di raccontare storie è tanta e la band ricomincia il lavoro di scrittura e in studio, che porta alla realizzazione del nuovo disco “Les Jeux Son Faits”, di prossima pubblicazione.
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