Nuovo EP “RED STRIPES – OUT OF BABYLON”

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Red Stripes

Out Of Babylon, l’EP


“Non si esclude l’idea di un EP sondante prima dell’uscita del vero e proprio album”, così si era detto e così è stato, quasi come un augurio andato a buon fine. Il riuscitissimo singolo dei Red Stripes Out Of Babylon, con la prestigiosa collaborazione di un nome importante come quello di Michael Rose, ha spiazzato non pochi professionisti del settore, sia per la bellezza della canzone in senso stretto, sia per il nuovo percorso che il singolo fa intravedere, molto interessante, concentrato sul minimale degli arrangiamenti e sul fondo ritmico del roots, con il leggero ma efficace innesto di partiture atmosferiche d’elettronica e un’attitudine più rock. “Pratichiamo coraggio”, dice Ras Santo, voce e leader dei Red Stripes. Perché non dargli credito?!
L’uscita del presente EP, con medesimo titolo del singolo, apre spiragli ulteriori, una nuova visuale su orizzonti inaspettati. Infatti, sebbene la matrice roots rimanga fondamentale, le nuove sperimentazioni hanno portato una ventata di aria fresca, di modernità, senza risultare invadente, e non solo per la band, ma per la scena tutta, si crede. L’EP si presenta davvero ricco, con quattro brani originali e tre rivisitazioni (un remix del primo, il dub del secondo e lo strumentale del terzo brano in scaletta), in totale 7 tracce, un esempio concreto della nuova linfa creativa dei Red Stripes. Registrato e mixato presso l’M2Studio di Roberto Ruggeri, il lavoro è sotto l’egida della Bantustan Corporation ed è stato supervisionato dallo stesso Alessandro Falcone, il titolare della BantuStan insieme a Gianluca “Dubrakadubra” Ferrara. L’Ep è disponibile dal 10 Giugno 2014 in tutti negozi digitali distribuito da Zimbalam Italia.
Le 4 tracce originali sono Out Of Babylon, Miracle, Motherland e We Still Waiting tutto come sempre rigorosamente suonato dalla band: di seguito ne proponiamo un breve approfondimento.

Out Of Bayolon


Di Out Of Bayolon si è già detto tutto, una piccola cavalcata dall’atmosfera indolente e allo stesso tempo coinvolgente, da cui emerge il grande piacere e l’indispensabile dovere, di ricercare ed uscire quanto più possibile, dall’assordante rumore e confusione del sistema di vita moderno, per ricreare un equilibrio della persona che spesso si smarrisce nelle controversie e futilità del sistema. La collaborazione della leggenda vivente Michael Rose, rifinisce il tutto e rende la traccia imperdibile. La rivisitazione del brano è in chiave Deep DubStep, gestita e mixata dalle esperte mani di Gianluca Ferrara (in arte Dubrakadubra) della Bantustan Corporation, a riprova del fatto che la collaborazione della BantuStan non è solo professionale ma anche artistica, il coinvolgimento totale.

Miracle


Miracle è una canzone limpida e di forte energia, sia dal punto di vista musicale, nella parte degli arrangiamenti, sia dal punto di vista concettuale, nella parte delle liriche. Una decisiva carica rock viene data dalla chitarra elettrica di Daniele ‘Shaggy’ D’Annibale, la batteria di Ennio e le percussioni di Benji (direttamente dalle isole Mauritius!), amplificano l’urlo dell’essere umano moderno, perso nella confusione totalizzante che caratterizza il nostro oggi; un periodo critico, a tratti indecifrabile. Quindi il bisogno di riflessione spirituale, il peso delle decisioni attuali anche per le generazioni future; un duro lavoro da intraprendere e perdurare, il bisogno di forza e coraggio e, forse, di un Miracolo. La rivisitazione di Miracle, ancora una volta ad opera di Dubrakadubra è in chiave Dub.

Motherland
Con Motherland arrivano altre sorprese: il brano è caratterizzato dalla presenza di un strumento a fiato, il Sax Tenore di Andrea Fusacchia (probabilmente a suggello di una collaborazione più duratura), che conferisce grande brio ad un roots reggae di ottima fattura, poi il basso incalzante di Stefano ‘Redman’ Consoli e i suoni lavorati dalla tastiera di Daniele ‘Ciccio’ Gasperini fanno il resto, diffondendo il giusto groove capace di omaggiare il territorio africano, il continente madre di tutte le terre.
La versione alternativa di Motherland altro non è che la sua base strumentale: la decisione di pubblicare solo la base è intesa come un ‘dono’ che i Red Stripes e la BantuStan fanno a chi avesse piacere di cantarci su, un modo originale per stimolare la creatività. Non finisce qui, perché Bantu e Red sono
disponibili a valutare e produrre la song a chi proponesse una valida versione con testo scritto e/o interpretato da altri, purché fedele alla chiave di lettura del brano: “La terra africana madre di ogni continente”.

We Still Waiting


“We still waiting legalization in my country”, queste le parole cantate dai Red nell’ultimo brano inedito presentato nell’Ep. Una chiara aspettativa, l’attesa per l’avvento di una legge che legalizzi l’uso della cannabis in Italia. Un messaggio diretto, una descrizione della rigida posizione assunta dal Governo italiano su questo tema e di come, invece, altre nazioni hanno raggiunto un giusto compromesso per l’uso della pianta. Mentre una sostanza “innocua” viene criminalizzata, i morti continuano a farli le forme di violenza, anche le più banali, sempre col tacito e colpevole assenso di chi detiene il potere e lo sfrutta per fini personali.
L’arrangiamento musicale è coinvolgente, si fa sentire anche l’altro nuovo arrivato in casa Red Stripes, Ras Mat I, percussionista e seconda voce, impegnato già ai cori nelle altre canzoni, qui in due strofe. Incisivo anche il contributo del sax di Andrea.

Pietro Doto
Ufficio Stampa BantuStan Corporation

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