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CREDITI:
Una produzione Roble Factory
Video Credits:
Produttore esecutivo Marco Fais per Roble Factory srl
Video a cura di Fabrizio Piras – Kinobo Produzioni
Music Credits:
Prodotto da Antonio Leardi per Roble Factory
Registrato e mixato al Residential Recording Studio Roble – Alghero
Masterizzato da Simone Squillario
Etichetta INRI
Edizioni Metatron Publishing srl
Musica e testo di Leardi, Bolelli, Pireddu
Al mandolino il maestro Massimiliano Gaudio
Simone Bujumannu Pireddu Voce
Giampaolo Jambo Bolelli Basso e cori
Stefano Stiv Manai Chitarre elettriche
Tommaso Pol Gieri Batteria
Antonio PpNt Leardi Hammond e piano Rhodes
BIOGRAFIA
Nati in Sardegna nel 2004, i Train To Roots sono ormai da tempo una delle band più rinomate della scena reggae italiana e hanno conquistato il pubblico di centinaia di concerti in tutta Europa. Caratterizzati da una maturazione costante e da live esplosivi, nella loro discografia hanno mantenuto un mix particolare di stili e lingue, in cui trovano spazio le varie sfumature della musica giamaicana e della black music con testi impegnati e divertenti in italiano, sardo e inglese.
Iniziano il loro percorso con l’album di debutto omonimo Train To Roots (2005), a cui segue Terra e acqua (2008) con i featuring di Sargento Garcia e Ranking Joe, e che sarà rieditato nel 2009 con due bonus track, tra cui una collaborazione con Errol Bellot. Successivamente pubblicano Breathin’ faya (2011) e Growing (INRI, 2014) che segna un punto di svolta per la band che porta un nuovo modo di lavorare e introduce nuovi stili della musica nera.
Il quinto disco Home (INRI, 2016), distribuito globalmente attraverso VPAL Music, vede la partecipazione dei connazionali Clementino, Madh, Levante e Lion D, oltre agli spagnoli Aspencat e Auxili. Il loro sesto lavoro è Declaration N° 6, (INRI, 2017) composto da undici tracce inedite arricchite dalla preziosa partecipazione di Bunna, leader e voce degli Africa Unite, e del cantautore milanese Eugenio Finardi.
I Train To Roots in questi diciotto anni di carriera hanno incorporato alla loro musica numerosi elementi contemporanei e affrontato diversi cambiamenti in una crescita continua che nel 2019 li porta a indirizzare il treno nuovamente verso le radici in senso ampio, con un ritorno al roots reggae cantato in sardo e italiano, come si può già ascoltare nei loro ultimi singoli.
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