HookaH & The Trenchtown Train
“Rootsafari”
Fuori dal: 11 maggio 2018
Autoprodotto
“Rootsafari” è l’esordio di HookaH & The Trenchtown Train, prodotto dal maestro del dub Paolo Baldini. Un ep che arriva da lontano, perché i componenti del progetto sono presenti da tempo sulle scene in altre vesti. Un lavoro che ha due ispirazioni fondamentali, due generi diversi che tuttavia condividono il legame con la natura e il forte senso di spiritualità, e che si fondono in queste cinque canzoni con una forte attenzione ai contenuti e ai testi.
Le radici di “Rootsafari” crescono per metà nel terreno fertile e meticcio del reggae, nelle melodie che raccontano la forma più istintiva della libertà, il distacco dalla realtà e al contempo la ricerca di un’espressione autentica di se stessi. L’altra metà affonda nella sabbia della surf music, illuminata dai tramonti sulla spiaggia e legata al mare da un rapporto di simbiosi, da un contatto diretto e profondo con la terra e, ancora una volta, dal senso di libertà trasmesso dal cavalcare le onde.
Surf e reggae, nonostante provengano da storie e culture differenti almeno quanto le figure ritmiche che usano, fanno vibrare le stesse corde emotive e arrivano, pur con parole diverse, a parlare all’anima in maniera simile. In “RootSafari” si mescolano ritmi in levare, armonizzazioni vocali, sonorità riverberate e atmosfere da crepuscolo estivo. I contenuti sono la fotografia di una presa di coscienza, influenzata dalle vicissitudini lavorative e personali, dal confronto con la società, dalle vittorie e le sconfitte, e dai cambi di prospettiva e priorità maturati dalla somma di tutte queste esperienze.
TRACK BY TRACK. Il disco raccontato da HookaH:
In Own creation c’è la mia visione della nostra esistenza, come individui e come parte di una collettività. È frutto di un profondo viaggio in me stesso alla ricerca delle risposte e motivazioni necessarie a ciascuno per poter trovare e vivere la propria felicità ed armonia: «Non c’è gioia se questa non può essere condivisa, non c’è pace che non possa essere stipulata, la nostra esistenza ha un senso solo se in comunione».
The river è una canzone a cui sono molto legato, connubio tra la surf/beach music e il reggae. Racchiude confessioni e conquiste personali da condividere e trasmettere a mio figlio.
Earnin’ money affronta il tema della tolleranza tra gli uomini, parlando di accoglienza e della necessità di ricercare sempre la verità, sotto la facciata che la società moderna ci presenta quotidianamente in mille forme diverse. Questo è il tema principale anche di We’ve got the whip hand, che invita a utilizzare la tecnologia e i social network come strumenti per scopi positivi, con l’attenzione a non diventare noi stessi strumento della tecnologia.
I’m lookin’ at the people in a different way affronta il cambio di prospettiva verso le opinioni e le azioni degli altri, una sorta di “vivi e lascia vivere” che riconosce e rispetta le scelte e le decisioni di ciascuno, quelle prese in base alla propria coscienza, che mantengono saldi i valori fondamentali dell’umanità.
Chiude l’ep River of dub, la dub version di The river firmata da Paolo Baldini.
CREDITI:
Prodotto da Paolo Baldini presso Alambic Conspiracy Studio.
Registrato presso 360° Music Factory Recording Studio a cura di Andrea Pachetti.
Master a cura di Alex Marton presso First Line Studio.
Artwork: Tommaso Eppesteingher e Fred Lammers.
Photography: Sebastiano Bongi Tomà.
Layout: Lorenzo “Surfer Joe” Valdambrini.
All songs and lyrics by Luca Valdambrini.
BIOGRAFIA
Luca Valdambrini, in arte HookaH, livornese, scopre il reggae nell’adolescenza e suona per anni con il Trenchtown Trio, interpretando in versione acustica i classici del roots reggae. La musica dal vivo diventa presto il suo lavoro, non solo come musicista ma anche come organizzatore di eventi con l’apertura, insieme al fratello, di un locale a Livorno, da dove si dedica alla promozione della surf music. Proprio questo genere lo porta in giro per il mondo con progetti come The Pipelines e Surfer Joe & his Boss Combo, mantenendo tuttavia anche interessi in ambiti legati al rock, al garage/beat, alla psichedelia (Dome La Muerte EXP, Pam, Lupe Velez) e senza interrompere l’attività del Trenchtown Trio. Nel 2015 inizia a lavorare su bozze di brani che condivide con altri musicisti: il Trenchtown da Trio diventa un Train e approda all’Alambic Conspiracy Studio di Paolo Baldini, che produce e mixa il disco.
Oltre a HookaH la band è composta da:
Fabio “Fab” Michelazzi, batterista della blues band Sexual Chocolate, musicista con uno spiccato orecchio per il rock, il blues e la musica latina.
Rolando “Roli” Calabrò, bassista della storica reggae band di Livorno Guerrilla Farming.
Nicola “Mc Nikke” Venturini, organista e pianista molto attivo sulla scena blues, funk e folk con nomi come Dana Fucks e Luke Winslow King.
Francesco “Blues” Luongo, chitarrista e compositore dell’Hanguitar Project, perfomer e busker di carattere prevalentemente blues e funk le cui contaminazioni sono state fondamentali per definire le sonorità del Train.
Marco “Blondie” Passerai, tastierista della reggae band toscana Soul Pirate, backing band per vari artisti giamaicani e italiani, tra cui Chisco.
BAND:
Luca “HookaH” Valdambrini: Voce e chitarra
Francesco “Blues” Luongo: Chitarra
Rolando “Roli” Calabrò: Basso
Nicola “McNikke” Venturini: Piano e Organo
Marco “Blondie” Passerai: Tastiere, Clavinet, Rhodes
Fabio “Fab” Michelazzi: Batteria
CONTATTI:
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